Un morto di troppo di Lorena Lusetti di Rita Annechino
Nel momento in cui ho ritrovato Stella Spada, esattamente dove l’avevo lasciata tempo fa, in Via dell’Inferno in compagnia di Silvia, dell’Alda, di Giacomo, di Filippo, di Lelia e di Benito, mi sono resa conto di quanto tutti loro mi siano mancati.
Ormai la Bologna misteriosa in cui questi personaggi si muovono è diventata cara anche a me, e ho sempre più voglia di aggirarmi per i vicoli citati nei libri alla ricerca dei punti e degli aneddoti.
Questo romanzo sembra una delle avventure di Assassin’s Creed (e mi sono giocata lo spoiler subito), ambientata in una Bologna di un’altra epoca, in cui questa investigatrice privata si muove coi suoi metodi.
Ha un sito per poterla contattare e iniziano a girare un certo numero di “leggende metropolitane” sul suo conto, per questo viene ingaggiata per vicende sempre più torbide e complicate.
L’incipit mi è piaciuto molto. L’autrice ha un attimo lasciato da parte la sua tipologia standard di narrazione, per un prologo all’americana.
Succede qualcosa in un non luogo e in un non tempo…e poi parte la storia, coi vari personaggi già citati.
Questo un po’ mi ha spiazzata, nel senso buono, perché ha ingolosito la mia curiosità.
Noi fan di Stella Spada avremmo letto comunque il libro, ma questo incipit è una perla che mi piace pensare essere dedicata a noi fedelissimi lettori di noir.
Poi il fascino del medioevo e del Ghetto fanno da cornice alle vicende strampalate dell’investigatrice privata più “scrausa” della storia.
Stella fin dagli esordi si è sempre data al lettore, ma in questo romanzo credo che ci abbia donato delle confidenze in più. Probabilmente ha iniziato a fidarsi davvero di noi e allora ci parla di sé alla sua maniera.
La trama si dipana presto ed è sicuramente voluto dall’autrice, perché il vero fulcro della storia è Lei… Stella, con le sue fragilità, il suo vaso di Pandora, la sua bestia che scalpita dentro.
Negli altri libri cerca di raccontarci di sé lasciando parlare gli altri personaggi che la circondano.
Qui no: qui è lei stessa che parla a noi.
Perché leggere questa avventura?
Per scoprire una Bologna sotterranea che gli ignoranti come me non sapevano che esistesse?
Può darsi!
Io l’ho letto tutto d’un fiato e mi è piaciuto!
RITA ANNECHINO