Nei misteri di Bologna con Stella Spada
Lorena Lusetti ci svela l’investigatrice protagonista dei suoi libri
C’è un’ombra che si muove silenziosa tra i portici, i vicoli misteriosi e le piazze animate di Bologna. È Stella Spada, l’investigatrice privata nata dalla penna di Lorena Lusetti, una voce importante nel panorama del giallo e del noir italiano. Stella non è una detective come tutte le altre: è tante persone in una sola e rispecchia la complessità dell’animo femminile. Madre tenera, cerca disperatamente ogni momento per stare accanto al figlio, ma sa trasformarsi in una vendicatrice spietata, un’investigatrice delle cause perse e dei casi insoluti, colei che rincorre la giustizia a modo suo e quasi sempre oltre ogni regola e che non può condividere i suoi successi con nessuno, perché, la maggior parte delle volte, sono ottenuti con metodi inconfessabili. Insomma, una figura sfuggente, enigmatica, che osserva la città da un angolo nascosto, mentre si inoltra nei suoi lati più oscuri.
Già il nome dice molto del suo carattere: la Stella è l’astro luminoso che fa luce sui casi e li porta alla loro conclusione, la Spada è l’arma che cala per punire quelli ai quali, secondo lei, la giustizia ufficiale non darebbe la giusta punizione. Attraverso i suoi romanzi – pubblicati da Damster Edizioni – Lusetti esplora le sfumature più torbide dell’animo umano, toccando temi attuali e profondi, sempre con uno stile che mantiene la tensione fino all’ultima pagina, portando un’autentica originalità nelle sue trame e nelle sue ambientazioni sotto le Due Torri. Ma chi è davvero Stella Spada, e cosa ha spinto Lusetti a darle vita? In questa intervista, ci addentriamo nel mondo letterario di Lorena Lusetti per scoprire i segreti di un’autrice che, con talento e passione, ha saputo creare una detective fuori dagli schemi (sul sito www.lorenalusetti.it tutti i libri pubblicati, l’ultimo è “L’ombra di Virginia”).
- L’INTERVISTA
Da chi ha preso ispirazione per creare una figura femminile così forte e determinata?
«Per tratteggiare le caratteristiche di Stella Spada non mi sono ispirata a un personaggio specifico, ma da tutti i personaggi dei libri e dei film di genere giallo/noir che ho letto e visto nel corso della mia vita. È un intero genere che mi ha ispirata, dal quale ho tratto le caratteristiche di Stella, ma spero di avere creato qualcosa di originale nel panorama letterario.
Qualche ispirazione più specifica però posso dire di averla presa. Ad esempio il personaggio di Stella me lo immagino un po’ come Giorgia Cantini di Grazia Verasani: solitaria e con un passato problematico. Per il nome mi sono lasciata ispirare da Petra Delicado di Alicia Gimenez Bartlett: mi piaceva che già nel nome ci fosse un indizio del suo carattere».
- BOLOGNA PROTAGONISTA
Lo studio di Stella Spada si trova in Via dell’Inferno, uno stretto vicolo del Ghetto Ebraico, cuore antico di Bologna, proprio ai piedi delle Due Torri, simbolo della città. Bologna è quasi un personaggio a sé nei suoi libri. Perché ha scelto di ambientare le sue storie nel capoluogo emiliano romagnolo?
«Le indagini di Stella Spada partono dal centro di Bologna e spaziano tra l’Appennino bolognese e la bassa padana, lei cerca di non allontanarsi mai troppo da Bologna e dal suo vicolo, dove corre a rifugiarsi appena può, come un animale che si rifugia nella sua tana. Di natura è schiva e solitaria, suo malgrado, invece, ha intorno a sé una serie di personaggi e per lavoro deve incontrare molte persone, per fare questo deve uscire dallo studio e spostarsi. Stella e Bologna sono unite quasi in un unico personaggio, la scelta della città per me è stata obbligata: io sono nata e ho abitato sempre a Bologna, ho ambiento le mie storie nei posti che conosco bene per poter muovere i personaggi con tranquillità. Non riuscirei a immaginare le mie narrazioni in luoghi che non conosco».
Stella Spada non è una “classica” investigatrice, ma ha una personalità unica. Quali sono, secondo lei, i tratti che la distinguono maggiormente dalle altre detective del genere?
«Pur essendo stata influenzata dalla letteratura di genere, spero comunque di avere tratteggiato un personaggio abbastanza originale nelle sue caratteristiche: innanzi tutto è una giustiziera, che risolve sempre i casi su cui indaga ma non sempre i criminali vengono consegnati alla giustizia ufficiale. Poi è una investigatrice privata che utilizza nelle sue indagini metodi leciti ma anche illeciti, spesso senza scrupoli, ma che porta sempre a casa il risultato, in un modo o nell’altro. Poi Stella nel corso degli anni cambia, così come sono cambiata io che scrivo».
- GLI ALTRI PERSONAGGI
Stella Spada ha una sola amica, Alda, una signora anziana che tiene in ordine l’ufficio, prepara da mangiare, sprona Stella a lavorare quando si lascia un po’ andare. Quanto conta l’amicizia tra donne per la protagonista dei suoi romanzi e per la sua autrice?
«Stella Spada non ha molte amiche, la sola persona che si avvicina di più a questa descrizione è proprio Alda, che abita al piano di sotto dello studio. Ha un’altra amica, con la quale condivide molte cose, soprattutto chiacchiere e riflessioni (a volte spinelli) ed è Silvia, solo che Silvia non è reale, è il fantasma dell’investigatrice che la assunse nell’agenzia che poi è diventata “Agenzia Investigativa Spada” dopo la sua morte. Per Stella non è importante l’amicizia perché è una persona solitaria e scontrosa, nonostante questo con i suoi comportamenti attira l’affetto delle persone che le sono attorno, perché riconoscono in lei caratteristiche di lealtà e solidarietà che nemmeno lei ammetterebbe mai di possedere. Per quanto riguarda l’autrice la cosa è diversa. Ho sempre creduto molto nell’amicizia, anche quando purtroppo non si è rivelata tale. Penso che sia importante poter avere un confronto, uno sfogo e l’opportunità di trascorrere momenti leggeri, tutte cose che ritrovo quando sono in compagnia delle vere amiche».
Uno dei suoi libri è “Il mistero dei dodici portici”. Tra le pagine ci sono sempre descrizioni turistiche dettagliate, quasi a voler fare un viaggio? Quanto è importante far conoscere le bellezze della sua città?
«Credo che questo sia un valore aggiunto dei miei romanzi, l’intento primario è quello di imbastire una storia che possa creare suspence e, perché no, anche divertire, ma amo molto inserire qualcosa che incuriosisca a visitare Bologna, a percorrere i luoghi delle imprese di Stella Spada, ad approfondire la storia della mia città. Bologna ha molto da offrire anche dal punto di vista del mistero. Nello specifico, il libro “Il mistero dei dodici Portici” è nato proprio per celebrare i portici di Bologna che nel 2021 hanno ricevuto il riconoscimento Unesco di Patrimonio dell’Umanità. È un libro speciale, diverso dagli altri, che contiene anche le foto dei dodici bellissimi portici di cui si parla».
Come si rapporta alla costruzione di personaggi femminili complessi, in un mondo come quello del giallo e del noir, tradizionalmente dominato da figure maschili?
«Innanzi tutto è bene precisare che la prima indagine di Stella Spada è stata pubblicata nel 2012, mentre io l’avevo già scritta circa due anni prima (è passato un po’ di tempo prima che trovassi un editore). A quell’epoca non erano molte le donne protagoniste di gialli o di noir, ai personaggi femminili era riservato un ruolo di secondo piano, in genere figure stereotipate come ad esempio la femme fatale che seduce e scompare, la vedova nera, e altri. Per questo motivo quando ho cominciato a scrivere una storia gialla ho voluto rompere gli schemi creando una protagonista femminile, un personaggio d’azione che scendesse in campo senza timore di sporcarsi le mani, qualcosa che secondo me in quel momento mancava. Per evitare che sembrasse una donna che imitava i colleghi maschi le ho dato caratteristiche spiccatamente femminili, ad esempio è una madre molto legata al figlio che a causa del suo lavoro ha lasciato crescere all’ex marito. Da allora nella narrativa per fortuna sono arrivate molte altre donne protagoniste di polizieschi, gialli e noir, cosa che mi fa veramente piacere».
- Il MESSAGGIO
Qual è il messaggio principale che vorrebbe trasmettere attraverso le avventure della sua protagonista?
«Non ho mai pensato che ci fosse un messaggio specifico che voglio dare a chi legge i miei romanzi. Forse i messaggi che emergono sono molteplici, per prima cosa cerco di inserire nei racconti problemi sociali che non ho la pretesa di sviscerare o risolvere, parlo ad esempio di prostituzione, di spaccio, di pedofilia, di violenza famigliare, di depressione, tutti argomenti che tocco con l’intento di creare attenzione su questi problemi. Inoltre parlo di Bologna e dei suoi misteri, anche questo ha lo scopo di suscitare interesse e curiosità e portare i lettori ad approfondire. Mostro una donna forte e d’azione, che però ha le sue fragilità e i suoi problemi, il messaggio potrebbe essere che le donne possono fare qualsiasi cosa, ma non dobbiamo necessariamente mostrarci come supereroine, siamo umane e pertanto fallibili. Sembra una considerazione scontata ma in realtà non lo è affatto, molto spesso siamo le prime a pretendere troppo da noi stesse».
Nella sua esperienza, come si inserisce il ruolo delle donne autrici di giallo/noir in Italia?
«Questa è un argomento che necessiterebbe un approfondimento, nel senso che occorrerebbe parlarne di più. Io credo che per una donna sia più difficile imporsi in qualsiasi campo, anche quello letterario. È più arduo farsi notare quando l’attenzione cade automaticamente sui colleghi maschi. Nel genere giallo/noir troppo spesso si sono sentite voci escludere a priori testi scritti donne perché ritenuti “noiosi”, senza nemmeno approfondire i testi in questione. Sappiamo bene che in questo genere di scrittura nel passato anche non troppo lontano molte autrici si firmavano solo con le iniziali del nome, per non mostrare il loro essere donne nel timore (o la certezza) di essere meno considerate. Le cose fortunatamente stanno cambiando, ma il cambiamento è molto lento, e la possibilità di tornare indietro è sempre in agguato. Adesso ad esempio si sta affermando il Cozy Crime, il cosiddetto thriller ironico e leggero, che è molto apprezzato, nel quale confluiscono romanzi scritti sia da autrici che da autori. Il rischio ancora una volta è che si identifichi il “Cozy Crime” con “Giallo al femminile”, che sarebbe una nuova ghettizzazione delle scrittrici di genere».
- PROGETTI PER IL FUTURO
A quale altra avventura si sta preparando Stella Spada? Può anticiparci qualcosa?
«Nei miei romanzi cerco sempre di fare passare qualche informazione su alcuni segreti della storia di Bologna meno conosciuti ma molto intriganti. Nel corso di questi ultimi anni ho scoperto una serie di aneddoti e storie affascinanti che non vedo l’ora di inserire in qualche indagine di Stella Spada. Anche per la prossima avventura della mia Stella ho trovato qualcosa di Bologna di cui parlare, che mi è capitato tra le mani quasi per caso: le ghiacciaie bolognesi. Sono dei manufatti antichi dove veniva stivata la neve in inverno e mantenevano il fresco per l’intero anno. Sono posti profondi, misteriosi, dove assieme al ghiaccio si poteva nascondere anche dell’altro. Il posto dove venivano costruiti non era scelto a caso, doveva avere delle caratteristiche che ne auspicassero la buona sorte, sono luoghi con un fine pratico ma intrisi di misticismo. Nella prossima avventura di Stella ne visiteremo qualcuna».
I suoi romanzi hanno una forte componente visiva, con ambientazioni e personaggi che sembrano perfetti per il grande schermo. Ha mai pensato a una trasposizione televisiva delle indagini di Stella Spada? C’è già qualche progetto in corso?
«Credo che le avventure dell’investigatrice privata Stella Spada sarebbero perfette per una serie televisiva. Devo ammettere che sarebbe davvero un sogno per me, ho persino immaginato quali mi piacerebbe fossero gli attori che potrebbero interpretare i diversi personaggi. Ho già scritto dieci romanzi e cinque racconti, il materiale per cominciare ci sarebbe. Naturalmente dovrei attirare l’attenzione di qualche produttore intenzionato alla trasposizione, ma finora questo non è ancora accaduto».
Infine, se Stella Spada potesse partire per un viaggio con le amiche, dove andrebbe e perché? E Lorena Lusetti?
«Le uniche amiche di Stella Spada sono un fantasma e una signora anziana che le fa le pulizie nello studio. Non credo che partirebbe con loro per un viaggio, inoltre fa molta fatica ad uscire dalle mura di Bologna, e ogni volta che deve andare ha crisi di ansia e non vede l’ora di rientrare nella sua tana in Via dell’Inferno. Stella non è certo una viaggiatrice, ma se dovesse per qualche motivo andare in vacanza immagino che andrebbe molto vicino a Bologna, in un paese della Romagna in inverno, ad esempio, oppure in qualche piccolo borgo dell’Appennino, per cercare un po’ di tranquillità lontano da crimini e criminali. Lorena Lusetti invece potrebbe andare ovunque, in questo momento un viaggio con le amiche mi piacerebbe farlo in un centro termale in mezzo al verde delle colline, dove posso rilassarmi e farmi coccolare godendomi il paesaggio e l’aria pulita».