Mercoledì, 04 Ottobre 2023
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Intervista alla scrittrice bolognese Lorena Lusetti di Rita Annechino

Intervista alla scrittrice bolognese Lorena Lusetti di Rita Annechino

IL PASSAPAROLA DEI LIBRI – intervista a Lorena Lusetti

Di Rita Annechino

 - La protagonista dei tuoi romanzi è un ossimoro già nel nome: da una parte Stella ci ammalia col suo splendore e dall'altra la Spada ci ferisce: quale di queste due facce si avvicina di più al tuo modo di essere?

Io sono sicuramente una Stella, la Spada la lascio tutta al mio personaggio. Sono una persona tranquilla, non mi arrabbio facilmente e di certo non ho mai ferito nessuno, né persone né animali. È normale però che, come capita a tutti, nell’arco della giornata mi accadano diverse cose che toccano i nervi e vorrebbero tirare fuori il peggio di me, ma mi controllo, cerco sempre di mantenere un comportamento civile: poi vado a casa, mi metto davanti al PC, chiamo la mia Spada e la mando a vendicare gli affronti subiti da me nella realtà. Credo che sia il modo migliore per sfogare l’aggressività: sulla carta.

 

- Volenti o nolenti i figli ereditano sempre dai genitori “qualcosa” … possiamo aspettarci che il figlio di Stella segua le orme, anzi le OMBRE fosche della madre?

Stella dopo essere diventata investigatrice privata ha fatto una scelta dolorosa: si è separata dal marito e ha lasciato il figlio a vivere con lui. È uscita dalla famiglia perché non voleva che il mondo criminale e sporco nel quale si era immersa potesse invadere i suoi affetti. Ha cercato di vedere suo figlio piò spesso che poteva, però il rapporto non era certo come quello che si instaura nel quotidiano con la convivenza, questo le ha portato grandi sofferenze e rimpianti, ma è convinta di avere fatto la cosa giusta. Con questa scelta ha voluto anche tenere lontano da sé stessa il figlio, proprio perché non venisse mai a conoscere la sua parte di “Spada” e non abbia la tentazione di seguirne le orme.

 

- Ormai le avventure di Stella sono sempre più numerose, così come le ombre che si affollano nella sua mente. Prima fra tutti Silvia, ma non solo … nei tuoi progetti c’è una ciclicità, che quindi porterà la nostra adorata Stella a vedersi presentare il “conto” dal destino? Una piccola anticipazione potrebbe forse placare temporaneamente la nostra curiosità!

Stella fino a questo momento non è mai stata punita per i suoi crimini, ma in qualche modo la vita comincia a presentare il conto per le sue azioni. Se la giustizia ufficiale non la può incriminare senza prove, la sua fama si è diffusa negli ambienti più malfamati. Si trova quindi ad essere ricattabile, vulnerabile, deve affrontare alcune persone che la cercano per chiederle di fare indagini che si devono concludere con azioni criminose, dietro la minaccia di rivelare i suoi trascorsi.  Fino a quando riuscirà a tenere fede al suo proposito di comportarsi in maniera più aderente alle leggi? Staremo a vedere.

 

- Sui luoghi ci sono delle “licenze” letterarie, oppure davvero potremmo andare in giro per Bologna e dintorni coi libri per riconoscere le varie ambientazioni?

Sugli scenari in cui si svolgono le avventure di Stella non mi sono mai presa licenze letterarie. La Bologna che descrivo è esattamente quella che conosco e che vedo tutti i giorni, così come le descrizioni dell’Appennino e delle Valli di Comacchio. Per ciascuno dei nove libri si potrebbe organizzare un tour dei luoghi in cui si svolge il racconto. Oltre a questo mi piace metter all’interno delle storie qualche mistero bolognese, più o meno conosciuto che entra nella storia, la sfiora. Mi piace pensare che qualcuno si senta incuriosito dalla pietra di Bologna, oppure dal tunnel etrusco, o ancora dai 12 portici patrimonio Unesco e abbia voglia di informarsi più approfonditamente sulla storia della mia città.

 

- I personaggi satellite dei tuoi libri hanno tutti un ruolo molto chiaro: Stella non potrebbe mai sopravvivere senza di loro. Pensiamo all’Alda, al suo assistente, allo stesso ex marito, che spuntano nei momenti di maggiore tensione per aiutare la nostra investigatrice a salvare o conservare la pelle. Il ruolo di Silvia, invece, è meno definitivo: ha tutte le carte in regola per essere l’antagonista, ma in realtà, spesso e volentieri si trasforma in coadiuvante… questo dualismo è voluto? Dobbiamo aspettarci sorprese? La nostra curiosità non ha limiti!

Stella non potrebbe esistere senza le persone che partecipano alla storia assiema a lei, così come non potrebbe esistere senza Bologna come scenario. Lei stessa lo dimostra con il suo comportamento abitudinario e l’attaccamento a queste persone che sono molto diverse tra loro: alcune stravaganti, altre improbabili, ma tutte essenziali alla narrazione. Silvia ha un ruolo molto speciale, innanzitutto perché non è un essere reale, poi perché è l’unica persona con cui Stella si rapporta in maniera del tutto sincera, e questo avviene in ogni libro della serie. Forse è un fantasma vero, forse è un rimorso che la tormenta, questo sta al lettore deciderlo. È la coscienza che la spinge a migliorare il suo comportamento, è colei che ogni tanto le fornisce qualche indizio sui casi che sta seguendo, è il monito che le ricorda che il tempo passa inesorabile, lasciando su Stella i segni di una vita non facile. Credo che non ci saranno sorprese, Stella continuerà ad invecchiare con il passare degli anni e ad incontrare una Silvia sempre giovane e bellissima.

 

- Quando hai iniziato a scrivere di Stella sapevi già che sarebbero stati dei noir? Che Stella sarebbe stata una paladina un po’ atipica della giustizia?

L’investigatrice privata bolognese Stella Spada è il frutto di una scelta precisa nata da diversi fattori. Innanzi tutto volevo scrivere dei gialli, quel particolare tipo di giallo che chiamiamo “noir”, per il semplice motivo che erano quelle le mie letture preferite. Se non c’è un mistero, un intrigo, qualcosa da scoprire e su cui ragionare io facilmente perdo di interesse. Leggo anche libri di altro genere naturalmente, ma è soprattutto sui gialli che cade la mia scelta, anche nei film che guardo, e quindi mi è venuto spontaneo scrivere qualcosa che mi sarebbe piaciuto leggere.

Poi la protagonista doveva essere assolutamente una donna, che non rimane nelle retrovie a ragionare, ma scende in campo e si sporca (letteralmente) le mani. Una donna perché nel genere noir quando ho iniziato a scrivere, nel 2006, le donne protagoniste non erano molte, soprattutto le donne d’azione. Alle donne nei noir erano sempre riservati ruoli marginali, degli stereotipi che volevo stravolgere. Adesso non è più così, eroine nei polizieschi ne sono nate diverse, per fortuna.

Inoltre, volevo che Stella fosse un personaggio non convenzionale, sopra le righe, alternativo. Un personaggio originale insomma, e spero di esserci riuscita.

 

- Il rapporto di Stella con tecnologia e soprattutto con i social è piuttosto disastroso… la amiamo anche per questo! Ma Lorena cosa ne pensa? Secondo te quanto conta per uno scrittore la presenza e l’utilizzo dei social? E come definiresti quindi il tuo rapporto personale con questi strumenti?

Non possiamo più prescindere dal rapporto con la tecnologia, sarebbe come fare finta di non vedere la realtà, come rimanere arroccati in un tempo passato che non esiste più. Certo, una persona può scegliere di non usare pc, cellulari e non mettersi su nessuna delle piattaforme social, ma non se scrive libri. In qualche modo uno scrittore che pubblica deve fare sapere ai potenziali lettori che esiste, cosa scrive, chi è, e per farlo deve essere sui social. Se si fanno incontri di presentazione dei libri bisogna informare le persone che desiderano partecipare sulle date e i luoghi degli incontri. I social sono un grande vetrina e io ne faccio uso per promuovere i miei libri, per quello che le mie competenze mi permettono di fare.

 

- Quali sono gli scrittori-guida di Lorena Lusetti? A chi ti sei maggiormente ispirata per costruire i tuoi personaggi o le tue storie?

Più che a uno scrittore o scrittrice io mi sono ispirata a un genere. Le letture con cui ho cominciato da giovanissima sono state i libri di Agatha Christie e i racconti di Edgar Allan Poe; il mistero, anche quello un po’ oscuro, mi ha sempre attratta. Per quanto riguarda Stella come persona me la immagino un po’ come la Giorgia Cantini della Grazie Verasani: una donna chiusa, solitaria, bella ma che non cura il suo aspetto. Per il nome Stella Spada invece mi sono ispirata alla Petra Delicado della Alicia Gimenez-Bartlett, mi piaceva che nel nome ci fosse già una indicazione del carattere del personaggio. Il nome Stella Spada mi sembrava adatto anche per rappresentare il duplice aspetto della mia protagonista: da una parte la madre premurosa e l’amica disposta ad aiutare e dall’altra la spietata vendicatrice che non si ferma davanti a niente per arrivare al risultato. Due caratteri portati all’estremo, ma in fondo tutti noi abbiamo comportamenti diversi a seconda delle circostanze, tutti abbiamo diverse personalità che tiriamo fuori all’occorrenza.

Siamo tutti Stella Spada.

 

 


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