"Il nano rapito" di Lorena Lusetti, articolo di Sara Foti Sciavaliere
“Il nano rapito” di Lorena Lusetti – Recensione di Sara Foti Sciavaliere
22 LUGLIO 2020
Uscito a ottobre 2019, nella collana I Gialli Damster, “Il nano rapito” dell’emiliana Lorena Lusetti, la sesta indagine dell’investigatrice privata Stella Spada in un giallo fuori dalle righe, irriverente, originale, dove le risate si alternano al brivido sottopelle.
La trama
Nonostante l’avversione dell’investigatrice Stella Spada ad uscire dalle mura della città di Bologna, in questa nuova indagine si sposta a Badi, un paese dell’Appennino bolognese sul lago di Suviana. Qui è stata chiamata ad indagare sulla morte di alcuni componenti della famiglia Doria, trovati annegati nel lago.
Nel frattempo ha alcuni altri casi da portare a termine, come ad esempio la sparizione del nano Orfeo dall’aiuola della Arena Orfeonica. Attorno a lei molti personaggi e molti misteri famigliari.
Stella dice di essere cambiata, o almeno ci sta provando, ma sarà vero?
«La macchina fotografica è rimasta per terra, sulle foglie, rotolando fino quasi alla riva del lago, indifferente alla fine violenta della vita della sua proprietaria. Negli ultimi scatti solo il cielo.»
L’autrice – Lorena Lusetti
Nasce e vive a Bologna. Scrive romanzi e racconti prediligendo il genere giallo e il noir. Stella Spada è la protagonista di molti suoi romanzi: “FerieFobia” (Giraldi, 2008),“L’Ombra della Stella” (Damster, 2012),“Terra alla Terra” (Damster, 2013), “Grigio come il sangue”, (Damster, 2014), “L’Orecchio del diavolo” (Damster, 2015), “Ricomincio dall’inferno. Nella pancia di Bologna” (Damster, 2017), “I vasi di Ariosto. Un’indagine di Stella Spada” Bologna (Damster, 2018). Molti suoi racconti sono all’interno di antologie, in seguito a partecipazione a concorsi.
Recensione
“Il nano rapito”. Già il titolo è indizio di un romanzo insolito, incuriosisce, è l’esca… anche se la catena di eventi raccontati e il caso centrale delle indagini di Stella Spada non sarà quello del nano rapito, ma possiamo dire che la storia dello scomparso nano di gesso attraverserà in trasversale tutto il romanzo dando vita a simpatici siparietti che smorzano la tensione.
Il punto di vista è quello in prima persona della protagonista, l’investigatrice privata Stella Spada, che quindi lascia accedere in modo schietto e diretto ai suoi pensieri, le sue considerazioni, filtrando il mondo intorno a lei attraverso il suo sguardo. Interessante poi è la costruzione dei capitoli con gli intermezzi, simili a flash, sulle vittime di uno dei casi (le morti del Lago di Suviana), dove però il punto di vista è quello di un narratore esterno.
Divertente, seppure sinistro, è l’escamotage dell’apparizione del fantasma di Silvia, che è il suo scheletro nell’armadio… con la quale di tanto in tanto conversa amabilmente, come vecchie amiche unite per sempre… dalla morte.
«Silvia era la proprietaria dell’agenzia che mi ha assunto alcuni anni fa, è stata uccisa durante un’indagine particolarmente complessa, da me. Un rimorso che ha deciso di perseguitarmi per tutta la vita e forse anche oltre. E purtroppo non è il solo.»
Silvia è un per certi versi il Grillo Parlante, quella vocina della coscienza che interviene nei momenti di maggiore difficoltà per indurre Stella alla riflessione, soprattutto quando perde di lucidità e rischia di fare uscire fuori la “bestia” … cosa intendo? Dovrete leggere “Il nano rapito”, per scoprire come una donna apparentemente comune con un lavoro forse non proprio femminile (ma poi ancora oggi con questi pregiudizi?!), probabilmente una vita privata incasinata, possieda un senso della giustizia talmente rigoroso da farla sentire al disopra della legge e sbavando perfino la sua coscienza morale … Il fine giustifica i mezzi!
Un giallo dall’humor un po’ noir, che dapprima ti incuriosisce per l’apparente bizzarria (ma poi in fondo la vita supera anche la più spiccata fantasia!) ma finisce per tenerti incollato per scoprire l’autore del misfatto ... del tutto inaspettato!
Per Stella e il suo giovane assistente Giacomo sarà come aprire il vaso di Pandora. «Mi sembra di avere tolto il coperchio a una bella pentola smaltata che dentro è piena di vermi.»