Il mistero dei dodici portici. Una indagine di Sella Spada, di Lorena Lusetti
Il mistero dei dodici portici di Lorena Lusetti
Per questa nuova avventura Stella Spada viene scritturata direttamente dall’amica vicina (“Alda… in lacrime.. il pesante trucco intorno agli occhi è colato dandole l’aspetto di un vecchio panda, la parrucca bionda stile Raffaella Carrà pende triste da un lato”): il suo cagnone è sparito (“Filippo è stato rubato”) e sembra che si tratti di una ritorsione contro l’investigatrice (“Questi ce l’hanno con te. Ma cos’hai combinato questa volta?”), che ha sicuramente lasciato dietro di sé ottimi motivi di vendetta.
La ricerca del rapito parte da un bigliettino in rima (“A Bologna abbiamo una zona Barca… c’è un edificio basso, lungo e porticato conosciuto come il treno”) e da lì prosegue in una sorta di caccia al tesoro che prevede la soluzione di indovinelli (“Possibile che io mi faccia prendere in giro da un poetastro da strapazzo che non ha nemmeno il coraggio di mostrarsi?”) che conducono Stella e l’assistente Giacomo da un punto all’altro di Bologna (“Da porta Saragozza al Santuario il portico conta 666 archi… il numero del maligno”) in un’estenuante corsa a cavallo di una moto e tra mille infrazioni al codice della strada.
Quando il profilo del rapitore (“Questo è un indizio, il rapitore è un bolognese che conosce molto bene la nostra città e la sua storia”) e del suo metodo criminale (“Se vuole mandarci un messaggio, il rapitore ce lo fa avere, inutile scapicollarsi”) sembrano delinearsi… Stella ha ormai percorso Bologna in lungo e in largo, come documentato dall’ottima galleria fotografica di Alberto Alvisi e Luciano Lusetti.
Il finale è degno della sorpresa dell’uovo della Pasqua appena scorsa, mentre Lorena Lusetti e Stella Spada – per la gioia non soltanto dei bolognesi – festeggiano la candidatura dei Portici di Bologna a patrimonio dell’Unesco (clicca qui per leggere il nostro articolo)…
Bruno Elpis