Grigio come il sangue, di Lorena Lusetti
Bruno Elpis
Grigio come il sangue di Lorena Lusetti è la terza avventura di Stella Spada, che ha concluso il secondo episodio nel bel mezzo di… una sparatoria!
Ritroviamo la più sommaria dei detective della narrativa nostrana (“Gli scheletri nel mio armadio sono così tanti che dovrei comprare un ripostiglio più grande”) in ospedale: ha perso qualche pezzo (“Senza un rene… ne è valsa la pena. Era il prezzo per uccidere Esposito, e l’ho pagato volentieri”), ma viene dimessa e la sua personalità determinata e bizzarra sopravvive.
Così come persistono gli alterchi con il bel commissario Marconi (“Io mi sono fatto manovrare da te come un burattino, ho fatto quello che volevi. Sei in debito con me”), che nutre concreti sospetti sulla di lei tendenza a risolvere da sé i problemi (“Non ti è concesso di fare il giustiziere. Devi lasciare che la polizia faccia il suo lavoro, non ti fidi di me?”).
Con qualche aiuto psicotropo (“Ringrazio la sorte che ha preservato dall’incendio la scorta di spinelli lasciata da Jack, il fotografo dell’agenzia, morto accidentalmente per mano mia…”) – un’allusione alla cocainomania di Sherlock Holmes? – la brillante Stella deve risolvere l’enigma della seriale morte degli abitanti di un grigio complesso condominiale nella periferia bolognese, ove non vige un regolamento ma la ferrea consuetudine delle leggi non scritte (“Qui non funzionerebbe niente se non rispettassimo i turni”) e ove i ragazzi – tra essi Marco, al quale Stella si affeziona – sono in balia di spacciatori senza scrupoli.
La signora Bianchi, una donna tradita dal marito, è precipitata dal terrazzo. Si tratta di suicidio?
Esposito è morto dissanguato. Si è ferito mentre imbottigliava il vino in cantina?
E che dire di Lamberti, scomparso nel nulla, e ritrovato cadavere con il vestito di Babbo Natale in un locale di servizio?
Come ci è finita la signora Minghetti nel cassonetto dei rifiuti?
E la giovane Aline si è davvero suicidata?
Sulla strada delle indagini Stella incontra Carletti, personaggio ambiguo in odore di pedofilia (“Non mi capiterà più un’occasione come questa, in fondo è come se me lo avesse chiesto lui. Mi chino e lo afferro per le gambe. Ė leggero come una piuma… Gli do una spinta forte, sarebbe bastata anche la metà. Plana come un pipistrello…”) e il pusher Grugno: due profili odiosi dei quali l’investigatrice si sbarazza alla sua maniera spiccia (“Come faccio a crederle? Ė l’ultima che ha visto Carletti vivo”) in spregio ai sospetti di Marconi (“Già, che motivo avrebbe avuto per uccidere Carletti? E per uccidere Silvia…?”).
E che dire degli strani condomini: la disabile Adelina, che ha ingaggiato l’indagine di Stella, gli stralunati consorti dei defunti, la virago Marta Bergonzini (“I pomodori di Marta. Non mi chiedo più come hanno fatto a crescere così grandi, è evidente che ha utilizzato un ottimo concime”)…
Tra l’altro Stella deve tenere a bada anche l’assicuratore Anselmi e Vladimir, giovane animatore di un centro sociale del quale si è invaghito il barista Benito… insomma Lorena Lusetti è in perfetta forma e dimostra il suo spirito vivace roteando una girandola di macchiette e personaggi che trascinano il lettore nel vortice della Stella.
Bruno Elpis