La macchina fotografica
è rimasta per terra, sulle foglie,
rotolando fino quasi sulla riva del lago,
 indifferente alla fine violenta della vita
della sua proprietaria.
Negli ultimi scatti solo il cielo.

Nonostante l’avversione dell’investigatrice Stella Spada ad uscire dalle mura della città di Bologna, in questa nuova indagine si sposta a Badi, un paese dell’Appennino bolognese sul lago di Suviana. Qui è stata chiamata ad indagare sulla morte di alcuni componenti della famiglia Doria, trovati annegati nel lago. Nel frattempo ha alcuni altri casi da portare a termine, come ad esempio la sparizione del nano Orfeo dall’aiuola della Arena Orfeonica. Attorno a lei molti personaggi e molti misteri famigliari. Stella dice di essere cambiata, o almeno ci sta provando, ma sarà vero?

 

Il nano rapito

Dettagli prodotto

  • Copertina flessibile: 206 pagine
  • Prezzo copertina: 14,00
  • Editore: Damster
  • ISBN-13: 978-8868103774

 


Primo capitolo

Un lago tra i monti, una perla scintillante contornata da colline verdissime. Lo scopri all’improvviso, dopo una curva della strada. Sembra impossibile che fino a cent’anni fa non esistesse nemmeno: il lago di Suviana si è formato nei primi decenni del Novecento, in seguito alla costruzione della diga con lo scopo di produrre energia idroelettrica. L’acqua del torrente Limentra lo riempie e ne esce con un salto di 91 metri. Non ha le pretese del posto turistico alla moda, ma forse proprio per questo è più interessante, esercita l’attrattiva delle cose semplici. Sul lago ci sono alcuni punti attrezzati per la balneazione utilizzati nella stagione estiva, e ti senti un privilegiato a poter godere di questa meraviglia.
Ugo ha sempre amato questo posto, veniva qui da bambino a giocare all’esploratore che si perde nella giungla. Ancora adesso che è adulto viene qui quando ha voglia di leggere e soprattutto di pensare. Gli piace molto soffermarsi a osservare la placida superficie del lago, immaginando le case che sono rimaste là sotto, immobili testimoni delle vite che in esse si sono avvicendate, quelle case che sono state abbandonate quando la costruzione della diga ha allagato la valle e le ha sommerse. Tra loro anche quella del nonno, che raccontava di avere lavorato alla costruzione della diga e di avere avuto un indennizzo con il quale ha ricostruito la casa più a monte, a Badi, dove si incontra ancora oggi la famiglia Doria.
La grande casa è un pretesto per rivedere le sorelle, i nipoti e i parenti acquisiti. Bello ritrovarsi tutti assieme: le cene in compagnia, le novità, il calore degli affetti. Per Ugo però c’è un po’ troppa confusione in casa, tutti quei bambini dopo un po’ gli provocano uno stato di insofferenza tale che deve prendere il sentiero per venire in questo punto dal quale si vede il lago per ritrovare un po’ di tranquillità. È una sporgenza più in alto rispetto alla riva, qui ci sono un tronco dove sedersi e una piccola sponda in legno per appoggiarsi, un folto sottobosco di felci addossato a una parete di roccia ricoperta di muschio. Non è troppo lontano dalla casa ma si trova dietro a una collinetta, sufficiente per non sentire i rumori della civiltà e sparire alla vista di tutti.
L’ha fatto tante volte questo percorso, non si sarebbe mai immaginato che questa sarebbe stata l’ultima, e nemmeno che il nemico si potesse nascondere nel suo posto preferito, in quel luogo tranquillo e apparentemente senza segreti.
All’improvviso un fruscio, lo stomaco che arriva in gola, il buio inaspettato che nasconde ogni colore. E quel rumore assordante che non sa definire, poi più nulla.


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