- Copertina rigida: 464 pagine
- Prezzo copertina: 15,00
- Editore: Giraldi Editore
- Lingua: Italiano
- ISBN-13: 978-8861552678
Le parole che ha detto sono state pronunciate direttamente dentro al mio orecchio, ed ho i capelli e il viso imbrattati di sangue. Le mie braccia e le mie gambe sono sporche di fango, i miei piedi sono feriti, perché ho corso scalza giù per le scale. Lo sforzo di capire le sue parole è stato così grande che sono sfinita. Rimango lì, con l’orecchio appoggiato al suo petto per sentire se il cuore batte ancora, ma non sento più niente.
Una nuova indagine impegna Rosa Moretti, commercialista dalla vita suo malgrado troppo avventurosa, che si trova coinvolta nella strana morte di un cliente dello studio dove lavora.
Si lancia con tutta se stessa nella ricerca del colpevole, anche perché teme che nella faccenda sia coinvolto suo figlio che, ignaro del pericolo, sta trascorrendo una vacanza con gli amici.
Questa indagine la porterà a viaggiare da un Paese all’altro, cosa che in condizioni normali non avrebbe mai fatto, essendo di indole assolutamente avversa agli spostamenti. Due viaggi paralleli: uno reale, alla ricerca dell’assassino, e uno interiore, con l’intento di scoprire la causa delle sue inquietudini.
Alla fine del suo viaggio troverà non solo il colpevole, ma anche una terribile verità su se stessa sepolta nel fondo della sua coscienza. Riuscirà quindi a risolvere il caso e a riconciliarsi con il suo passato.
In primavera arrivano alcune giornate caldissime che
ti fanno credere di essere già in estate. Quest’anno poi all’inizio di giugno abbiamo già superato i 30 gradi, e la televisione comincia a martellare le nostre povere menti con tutte le emergenze del caso: emergenza ozono, emergenza siccità, emergenza furti, emergenza ondata di calore, emergenza decessi anziani, perché c’è già stata una prima vittima in città. Naturalmente non può essere una vittima e basta, deve essere una “prima” vittima, per suggerire che ce ne sarà anche una seconda e una terza, e così via. Naturalmente se vai ad indagare bene
scopri che questa povera vittima è un novantenne
morto di cirrosi epatica, ma questo è irrilevante per i
giornalisti, l’importante è lanciare l’emergenza: la cirrosi epatica gli è venuta sicuramente per il caldo. Tutti i colleghi dell’ufficio si affannano a prenotare le loro ferie in qualche località turistica: qualcuno cerca nei last minute, altri hanno luoghi ben sperimentati dove tornano tutti gli anni, altri si affannano per trovare ogni anno nuovi posti da visitare. C’è chi vanta l’acquisto di un nuovo camper super-tecnologico che gli è costato come una seconda casa, e c’è chi cerca soci per escursioni avventurose in paesi impronunciabili. Insomma tutti, ma dico proprio tutti pensano ai viaggi per raggiungere
la meta dove trascorreranno le loro ferie. Si affannano, telefonano, mandano fax, praticamente si parla solo di questo. Nella sala caffè guarda caso si sta parlando delle spiagge di Cuba. Cerco di inserirmi nella conversazione:
- avete visto ieri sera quel servizio sulle piante da
appartamento? Era veramente interessante
Mi guardano con aria stranita, come si potrebbe guardare la macchinetta del caffè che ha parlato, poi ritornano a discutere dei loro viaggi, non degnando il mio argomento del minimo interesse. Forse però hanno ragione, devo trovare un argomento più interessante.
- Avete sentito che Gloria si è fatta il guardiano notturno?
Si interrompono un attimo, mi lanciano una occhiata
per educazione, mi fanno alcuni sorrisetti di circostanza, poi riprendono a parlare delle vacanze. Questo è veramente troppo. I pettegolezzi da sempre sono la cosa che al caffè interessa più di tutte, non posso credere che siano stati soppiantati dalle vacanze. Ma che cosa si deve dire per ore ed ore sulle vacanze? Uno ci va o non ci va. Fine discussione. Potrei provare ad improvvisare uno spogliarello corredato di lap dance vicino alla colonna al centro della stanza, ma non tento
neanche perché ci rimarrei troppo male se poi nessuno mi degnasse di uno sguardo e preferissero continuare a parlare del camper, del gommone, della barca, del villaggio turistico all inclusive, e di tutte le altre sciocchezze di questo genere. Allora mi estraneo mentre bevo il mio caffè e guardo fuori dalla finestra, ermeticamente chiusa. Nelle stanze grazie all’aria condizionata c’è una gradevole frescura, in modo che gli uomini possano tenere addosso cravatta e giacca senza infradiciarsi la camicia, cosa disdicevole per l’immagine che vogliamo dare ai clienti. Le signore sono più fortunate, possono anche indossare graziose canottiere, che sono molto adatte fuori di qui, ma in ufficio sono una condanna certa alla pleurite. Date le basse temperature che si tengono forzatamente negli ambienti anche le signore indossano tailleurs con giacca. Il microcosmo dell’ufficio ha una temperatura costante tutto l’anno, e quindi richiede il medesimo abbigliamento in tutte le stagioni.
Non è facile adattarsi a questo, soprattutto quando
all’esterno la temperatura è tropicale e richiederebbe un cambio di guardaroba in entrata e in uscita, ma gli animali da ufficio in genere si adattano a queste forti
escursioni termiche. Quelli che non soccombono.